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LA RICETTA DEL FLOW

Aggiornamento: 24 feb 2021

Mi viene chiesto molto spesso cosa si intende per “flow” nella pratica di allenamento. Una parola che si ritrova in molte discipline, dallo yoga, al Pilates, al Tacfit. Ogni volta, didatticamente e tecnicamente, rispondo che è un metodo di allenamento composto da una serie di posizioni e movimenti, collegati tra loro, che portano ad un miglioramento della forza, mobilità e coordinazione. Nella maggior parte dei casi la persona che mi aveva posto la domanda ne sa quanto prima, “sì bello ma quindi? In pratica cosa si fa?”.


Uno dei vantaggi del lockdown è stato l'avere più tempo per cucinare, non solo spadellare al volo la cena con una fame blu dopo una giornata di lavoro. E mentre cucinavo ho pensato al flow. Ecco per me il flow è come l'arte culinaria.


Nel flow abbiamo degli ingredienti di base, esattamente come in cucina, che sono quelli che ci permettono di attivare i gruppi muscolari e di acquisire la tecnica. Sono elementi semplici ma fondamentali per strutturare il corpo e la sua efficienza, affinché si possa poi incrementare il livello di difficoltà. Si parla quindi di pilastri motori come lo squat, l'affondo, la spinta delle mani a terra. Impariamo l'equilibrio, la stabilità e la forza.


Solo una volta acquisiti gli ingredienti di base possiamo passare ad una complessità maggiore, mescolandoli e dando sapori più particolari ai piatti. Andiamo quindi ad unire gli elementi che abbiamo imparato in semplici combinazioni, creiamo i primi flow che ci permettono di mettere in pratica la tecnica acquisita, migliorare la forza, la mobilità (intesa come massima escursione di movimento in cui siamo capaci di esprimere forza) e la coordinazione.


Finalmente arriviamo alla vera arte culinaria. La tecnica è talmente naturale ormai che possiamo sbizzarrirci con creatività ad improvvisare flow che mescolano elementi di potenza, equilibri estremi, reattività ed esplosività.


Il flow è un “allenamento” che si adatta a tutte le persone, incominciando a ripristinare l'efficienza di base del corpo nei casi di debolezze e rigidità, fino a dare il massimo spazio alle performance e alle improvvisazioni dei più atletici e creativi.

Tuttavia, penso che sia utile e bello il fatto che talvolta siano le persone ad adattarsi al flow. Un atleta di body building (non offendetevi!) sarà costretto ad uscire dalla sua zona di comfort in una sequenza di movimenti dinamica e fantasiosa, mentre una ballerina si troverà a strutturarsi e ad incanalare la sua forza in un flow più rigido e tecnico.


Se anche così non sono riuscita a spiegare cos'è un flow, niente...non vi resta che venire a provare!





Lucia Giorgetti





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